La Storia del Liceo A. Avogadro

 

Il Liceo Avogadro, ubicato in Via Brenta 26 (sede centrale) in Via Cirenaica 7 e in via Novara 22 (sedi succursali), ha una storia recente. Il palazzetto di Via Brenta era infatti la succursale del liceo Righi, che lo aveva acquisito da un ordine religioso. Nel 1953, , l’Avogadro diventa autonomo con il nome provvisorio di “Terzo Liceo Scientifico” di Roma. L’anno successivo, con il Preside Roghi ed una delibera del collegio dei docenti, assume il nome attuale di “Liceo Scientifico Amedeo Avogadro”, in onore del grande fisico italiano.
Fin da subito l’elevato numero di studenti e lo spazio insufficiente rendono necessario organizzare doppi turni, con disagi per studenti e docenti facilmente immaginabili ed a cui i diversi presidi succedutisi nel tempo hanno cercato di porre rimedio.
Nel 1969, grazie al preside Gazzilli, si riesce ad ottenere la prima succursale in Via Benevento 27, che successivamente viene spostata in Via Musa. Più tardi la succursale è trasferita nelle aule dell’ultimo piano della scuola elementare “Ugo Bartolomei” in Via Adigrat. Negli anni novanta il Liceo ottiene dalla Provincia un terreno, incolto ed inutilizzato, che la stessa aveva acquisito dal Comune di Roma, in Via Cirenaica, dove viene costruita la moderna sede succursale inaugurata nell’a.s. 1998-99.  Nell’a.s. 2018/2019, su richiesta del Dirigente scolastico Stefania Senni, viene provvisoriamente assegnata  come succursale la sede di  via Novara 22  dove attualmente sono ospitate tre classi prime afferenti alle sezioni di Via Cirenaica.

Lo standard di istruzione della scuola può ritenersi elevato, ne sono testimonianza i numerosi premi, non solo in ambito scientifico, che ogni anno vengono vinti dagli alunni.

Attualmente il liceo è diretto dalla Dott.ssa Katia Tedeschi ed è frequentato da circa  milleduecento studenti, per lo più provenienti dai quartieri Trieste, Salario ed Africano. Il corpo docente conta circa novanta insegnanti ai quali si aggiungono gli assistenti amministrativi, i tecnici e i collaboratori scolastici  per un totale di oltre 20 unità.


Cenni biografici su Amedeo Avogadro

amedeoavogrado

 

 

 

 

 

 

Amedeo Avogadro è uno dei più importanti scienziati e ricercatori italiani del passato, le cui scoperte nel campo della chimica-fisica hanno avuto risonanza e riconoscimento mondiale.
Al suo nome sono legate alcuni principi universali sulla fisica dei corpi imponderabili come l’aria ed i gas che sono alla base di molte tecnologie ed applicazioni pratiche passate ed attuali.

Avogadro nacque a Torino nel 1776, figlio di Filippo, conte di Quaregna e Cerreto, magistrato e senatore del Regno di Sardegna. Malgrado una sua originaria tendenza alle scienze naturali, fu avviato dal padre a studi d’avvocatura in cui si laureò a Torino nel 1795 ottenendo anche il titolo di Dottore in legge Ecclesiastica nel 1796. Prediligendo gli studi scientifici, in particolare fisici e matematici, abbandonò la carriera legale e si iscrisse ad un corso di fisica condotto da uno scienziato del suo tempo e nel 1803 e nel 1804 presentò, insieme al fratello Felice, due memorie manoscritte sull’elettricità e sulla chimica delle soluzioni saline all’Accademia delle Scienze di Torino. Da qui iniziò la sua carriera di insegnante, di scienziato e di ricercatore nel campo della fisica-chimica che lo resero famoso. Nel 1806 fu nominato ripetitore di fisica al Regio Collegio delle Province, nel 1809 divenne professore al Regio Collegio di Vercelli e, poco dopo, ebbe temporaneamente la cattedra di “Fisica Sublime” all’Università di Torino, mantenuta poi stabilmente dal 1833 al 1850. Per questi motivi fu nominato socio ordinario dell’Accademia delle Scienze nel 1819 e nel 1821 anche socio dell’Accademia dei XL, ossia dei 40 ricercatori di maggior spicco del Regno. Nel 1811 formulò l’ipotesi alla quale deve oggi la sua fama universale: “Volumi uguali di gas nelle stesse condizioni di temperatura e di pressione contengono lo stesso numero di molecole”. Tra i suoi meriti bisogna annoverare anche l’introduzione del sistema metrico decimale nel Regno Sardo, adottato anche da tutti gli Stati confluiti nel Regno d’Italia pochi anni dopo. Ebbe numerosi incarichi pubblici nel campo scientifico e nel settore dell’insegnamento, divenendo anche Consigliere superiore della pubblica istruzione del Regno di Sardegna.

Amedeo Avogadro fu un precursore degli studi che legano la chimica e la fisica e di conseguenza le interazioni tra fenomeni fisici ed elementi chimici. Questi studi, allora agli esordi, gli permisero di proporre una suddivisione della fisica generale e speciale attraverso un suo lungo trattato suddiviso in 4 volumi, intitolato “Fisica dei corpi imponderabili ossia Trattato della costituzione generale dei corpi”. Il suo studio più importante però, è quello che lo portò ad enunciare nel 1814 la legge che oggi porta il suo nome “La Legge di Avogadro” che mediava i risultati delle ricerche di altri famosi scienziati (Gay Lussac e Dalton) che confondevano le molecole con gli atomi. Avogadro infatti, tra molti disaccordi iniziali, fu il primo ad affermare che atomi e molecole non erano equivalenti e che avevano caratteristiche diverse. Questo principio però non fu accettato completamente fino al 1860, quando altri (S. Canizzaro) nello storico congresso scientifico di Karlsruhe riuscirono a riproporlo ed a spiegarlo, distinguendo, secondo i reali principi della chimico-fisica, atomo da molecola e peso atomico da peso molecolare.

Molto poco si sa della sua vita privata e della sua attività politica, se non che fu un uomo devoto a vita sobria, ebbe otto figli dei quali nessuno seguì le orme paterne e, con sospetto entusiasmo, prese parte ai movimenti politici rivoluzionari del 1821 (contro il re di Sardegna), cosicché venne rimosso dalla sua posizione (cattedra di Fisica Sublime) fino al 1833 quando, a seguito della crescente attenzione per i suoi lavori, Avogadro venne richiamato all’Università di Torino, dove insegnò per altri venti anni.
Tra molti onori si ritirò dall’impegno pubblico e scientifico nel 1850.
Morì nel 1856 a Torino e venne sepolto nel cimitero di Quaregna in provincia di Biella.